La sindrome dell’over-progettazione. Leave a comment

Soffro della sindrome dell’over-progettazione, esiste, giuro: io ce l’ho!

Io adoro progettare nuovi lavori, pensarli, scegliere i colori, vederli nella testa, cambiarli, sognarli e poi non faccio mai niente.
Arriva un lavoro nuovo o mi rendo conto, per fortuna, che ho troppo da fare e lascio lì tutto senza fare nulla. Il grave è che ogni tanto li comincio e poi comunque lascio lì tutto.

Perché io non progetto progettini, progetto il lavoro del secolo. Sappiate che se fate progettare qualcosa a me ne risulterà un mostro che richiede un anno di lavoro, almeno!
Il capolavoro, il lavoro di una vita.
Poi per fortuna rinsavisco e non comincio nemmeno.

Vi faccio un paio di esempi

1. Alexis Peyrotte

Tutto è cominciato per la noia della clausura. Avevo voglia di un po’ di punto raso. Girellavo sul web e ho iniziato a guardare con amore riccioli e fregi. Poi mi sono imbattuta in questo e mi è partito l’embolo.

Su questo mi sono fermata alla scelta della stoffa e dei colori. Poi per un breve e fugace momento siamo usciti dalla zona rossa e quindi di casa, ho ripreso il controllo dei miei neuroni e ho ricominciato con i lavori che devo fare per campare.

Ora è lì nella cartellina dei desideri, che coincide con le cose che non farò mai

2. La campionatura dei retini

Era uno dei buoni propositi dell’anno scorso. Banale. Abbastanza utile. Campioniamo un po’ di retini di fondo
Certo! Se non fosse che ho la sindrome ci cui sopra, quindi la cosa è diventata:

Progetto fase 1.
Gli stessi retini con 3 stoffe diverse per vedere la resa su stoffe compatte o più garzate. 15, 11 e 8 fili.
Progetto fase 2.
Tovaglia gigantesca (colpa del tavolo gigantesco) con tutti i retini di cui alla fase 1, in un patchwork di forme geometriche irregolari.

Risultato:
fase 1: ne ho fatti 3 e poi sono stata vinta dalla noia
fase 2: restata su carta

Però qualcosa di buono ne è uscito: le sciarpe
Ve ne parlerò

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